13 Ottobre 2024
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La parola Lockdown fa venire ancora i brividi, a quasi 3 anni di distanza dal suo inizio nella versione più totale e poi a singhiozzi. Quale è il suo vero significato? Qual è la traduzione del termine Lockdown? Il termine originariamente significa

punizione che consiste nel confinare un detenuto nella sua cella, senza lasciarlo uscire per l’ora d’aria

A fornirci la traduzione per intero del termine Lockdown è il dizionario di slang Americano edito da Mondadori nel 1994.  In modo più  conciso, Lockdown si traduce in: isolamento, chiusura, detenzione, confinamento.

Questo termine richiama anche alla possibilità di rinchiudere una intera popolazione all’interno di un confine geografico.

Ora oltre a quello sanitario, un altro esperimento è alle porte, sulla scia della retorica green che imperversa in questi anni: il Lockdown climatico.

Del resto, chi muove i fili ha ben capito che le limitazioni alla libertà sono accettate di buon grado o comunque con limitata contrarietà, quando sono lanciate col messaggio di essere a fin di bene per la collettività.

Dunque, perché dopo le ragioni sanitarie, non si prova con quelle ambientali? A Oxford si sta consumando il primo esperimento globale di Lockdown climatico. Vediamo in cosa consiste.

Lockdown climatico, verso un Mondo Nuovo: andrà tutto bene

Circa una settimana fa, il consiglio della contea di Oxford, dove al timone troviamo una coalizione composta da Labour, Liberal Democrats e verdi del Green Party, ha approvato un piano urbanistico che prenderà corpo totalmente nel 2024 che sta facendo discutere: il piano prevederebbe la divisione della città in 6 zone dove i servizi essenziali sarebbero raggiungibili entro 15 minuti. Il piano prescriverebbe la restrizione di movimento dei conducenti entro determinate zone della città.

Si potrà superare il confine solo cento volte l’anno come riportato da Vision News: “in base al nuovo schema, se i residenti vogliono lasciare la loro zona avranno bisogno del permesso del Consiglio che deciderà chi è degno di libertà e chi no. In base al nuovo schema, i residenti potranno lasciare la propria zona per un massimo di 100 giorni all’anno, ma per ottenere anche questo ogni residente dovrà registrare i dettagli della propria auto presso il comune che seguirà quindi i loro movimenti tramite telecamere intelligenti intorno alla città. Ad ogni residente sarà richiesto di registrare la propria auto presso il County Council che monitorerà quante volte lascia il proprio distretto tramite telecamere di riconoscimento della targa.”

Multa per chi esce dai “distretti designati”

Chiunque dei 150.000 residenti di Oxford guidasse al di fuori del distretto designato (le targhe delle auto verranno registrate e il loro monitoraggio avverrà grazie ai traffic filter ossia le telecamere) per più di 100 giorni all’anno, potrebbe essere multato di 70 sterline. E’ quindi, come nel caso della carta di credito legata alle emissioni personali, solo una questione di soldi. Si va verso una ridefinizione sociale in cui conviveranno due classi: una, la più corposa, composta dalla stragrande parte della popolazione che, per forza di cose, si troverà a convivere con gravose limitazioni e l’altra, la più esigua ma ricchissima, che potrà continuare a fare gli aperitivi sulle Alpi in elicottero.

15 minutes city

Il Lockdown climatico è uno dei punti del World Economic Forum sintetizzato nel concetto di 15 minutes city. Stiamo parlando di un concetto di ridefinizione urbanistica (e sociale) già annunciato dall’Onu. Riprendiamo testualmente quanto riportato sul sito del World Economic Forum: il concetto di 15 minutes city – che implica avere tutti i servizi necessari a pochi passi, in bicicletta o con i mezzi pubblici da casa propria – ha dimostrato la viscosità non solo come un’idea, ma come un potente strumento per l’azione – da Parigi a Seul, da Bogotá a Houston. Per gli urbanisti di lunga data, la “15 minutes city” sembrava semplicemente il riconfezionamento del modello storico di sviluppo urbano: quartieri pedonali e ad uso misto. Vino vecchio, bottiglia nuova, come si suol dire.

Ma affinché una nuova cornice inneschi un movimento urbanistico globale, chiaramente c’era dell’altro da fare. La risposta ovvia, ma incompleta, la pandemia. Il sindaco di Parigi Anne Hidalgo avrebbe spinto per un design urbano progressista senza questa cornice pandemica. Senza dubbio. Ma con il COVID-19 e le sue varianti che tenevano  tutti a casa (o più vicini a casa del solito), la “15 minutes city” è passata da un “bello da avere” a un grido di battaglia. Soddisfare tutte le proprie esigenze entro una distanza a piedi, in bicicletta o in transito è stata improvvisamente una questione di vita o di morte. La pandemia ha creato un’urgenza intorno all’urbanistica equa che ha messo da parte le discussioni sulle piste ciclabili e altri “servizi” che hanno turbato le comunità per anni.”

E ovviamente Oxford non è un caso isolato: le stesse politiche si stanno implementando a Brisbane, Melbourne, Barcellona, ​​Parigi, Portland e Buenos Aires, tra le altre.

Certo, avere delle città smart a misura d’uomo, con mezzi pubblici a basso impatto ambientale e tante piste ciclabili (ben fatte e non ridicoli rappezzi pericolosi arrangiati come vediamo in molte città) al fine di non costringerci sempre a prendere l’auto, sarebbe una cosa bellissima. Magari aggiungendovi anche tanti alberi, che diano, oltre che ossigeno, un gradevole tocco green in contrasto con l’imperante triste gray.

Tuttavia, qui siamo dinanzi ad un ennesimo tentativo di limitarci le libertà e gli spostamenti, mascherando il tutto con un fine nobile. Qualcosa che è già in corso a Milano.

Del resto, i più colpiti saranno sempre i meno abbienti, che pur di non pagare salate multe si accontenteranno di limitare i propri spostamenti per il bene dell’ambiente.

Sarai rintracciato nel tuo quartiere e ne sarai felice

Quindi ci risiamo: tramite l’utilizzo dei precetti magici e correttissimi come quelli di ambiente, sostenibilità, green, friendly ecc., si prosegue a passi da gigante verso il Mondo Nuovo, quello che potremo visitare e vivere col contagocce.

Fonte

 

 

 

 

 

 

 

 

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