21 Settembre 2023

Il primo ministro ungherese Viktor Orban ha tenuto ieri un tradizionale discorso alla nazione in cui ha difeso la propria posizione di neutralità sulla guerra in Ucraina. Ha ulteriormente ribadito la propria contrarietà alla fornitura di armi all’Ucraina e all’inasprimento delle sanzioni contro la Russia chiedendo anche agli altri Paesi europei di fare lo stesso. Secondo Orban, il comportamento della NATO e dell’UE è molto pericoloso  perché rischia di fare degenerare seriamente il conflitto locale in una guerra su vasta scala. Ha, inoltre aggiunto:

Quando la Russia ha lanciato il suo attacco, l’Occidente non ha isolato il conflitto ma lo ha elevato a livello paneuropeo. La guerra in Ucraina non è un conflitto tra gli eserciti del bene e del male, ma tra due paesi slavi che combattono l’uno contro l’altro. Questa è la loro guerra, non la nostra. L’Ungheria è parte del mondo occidentale, un membro della NATO e dell’Unione Europea dove, a parte noi, tutti sostengono la guerra o almeno si comportano come loro.

Le posizioni dell’esecutivo ungherese guidato da Orban sul conflitto in Ucraina è da sempre molto distanti da quelle della NATO, dell’UE e del deep state di Washington. Il governo ungherese è noto per la sua politica estera indipendente, per il conservatorismo cristiano e per il sostegno all’etnia ungherese in Ucraina – tutte cose che vanno contro gli interessi del deep state di Washington.

In questo contesto – secondo noi -, vanno lette inaudite violenze che si sono verificate la settimana scorsa a Budapest in occasione del “Day of Honor”. Violenze mirate e studiate che presuppongono una regia esterna. Gli aggressori avevano attaccato le vittime in branco con spray al peperoncino e manganelli telescopici, unicamente a causa delle proprie simpatie nazionaliste. 

Antifa

A seguito di queste violenze la polizia ha arrestato quattro persone tra le quali vi sono anche un tedesco e una italiana. Hanno detto che il quartier generale della polizia di Budapest sta indagando sulla violenza armata contro un membro della comunità, aggressione con un’arma, violenza di gruppo, lesioni personali gravi e altri crimini per gli attacchi ai presunti partecipanti all’evento “Day of Honor” in varie località a Budapest. Durante l’arresto sono stati sequestrati pure armi riconducibili ad antifa il movimento di estrema sinistra finanziato da G. Soros.

 

Il coinvolgimento di esponenti di antifa, estremisti di sinistra, di altri paesi europei presenti a Budapest fa pensare. Alcuni nomi su tutti sono quelli dei tedeschi Schroeter Mortiz, Christian Leopold e Clara Judith Wittkugel.

 

Da recenti risvolti di interscambio di informazioni tra la stampa ungherese e tedesca, emerge anche il nome della militante antifascista italiana coinvolta; si tratta di Ilaria Salis, nata a Milano il 17.06.1984.

 

 

Peraltro, ci chiediamo se siano vere le voci bene informate che da qualche giorno stanno circolando tra i palazzi di Budapest secondo cui G. Soros sarebbe in procinto di organizzare una rivoluzione colorata in Ungheria per rovesciare l’attuale governo. Noi non ne saremmo sorpresi, perché lo scontro globale per il controllo del pianeta, passa anche per l’Ungheria.

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