
© Filippo Chinnici
Bloomberg ha diffuso una notizia solo in apparenza tecnica, ma in realtà sistemicamente detonante: Tether Holdings SA, società emittente della stablecoin USDT, ha accumulato quasi 80 tonnellate d’oro fisico (del valore di circa 8 miliardi di dollari), custodite in un caveau svizzero segreto.
Questa quantità colloca Tether tra i primi 25 detentori mondiali di oro fisico, superando paesi come l’Argentina, l’Irlanda o l’Ungheria. L’informazione, deliberatamente diffusa da una testata legata all’establishment monetario internazionale, segnala una svolta che ha implicazioni profonde per l’architettura della moneta globale, la stabilità del sistema fiat, il ruolo delle criptovalute e la ridefinizione del concetto stesso di sovranità monetaria.
Contenuti
1. La transizione aurifera di Tether: un evento monetario sistemico
Tether, sin dalla sua fondazione, si è collocata nel cuore dell’infrastruttura cripto-finanziaria globale. Con oltre 112 miliardi di USDT in circolazione, è la principale fonte di liquidità nei mercati digitali. Tuttavia, la decisione di spostare parte delle riserve in oro fisico, e di custodirlo extra-statualmente, indica una trasformazione strutturale del suo modello fiduciario: dal collaterale fiat (T-bills e cash equivalents) a una forma classica di riserva di valore, fuori dalla giurisdizione bancaria.
Il token XAUT, introdotto da Tether nel 2020 (guarda caso durante la farsa pandemica) e ancorato a oro fisico per ogni unità emessa, rappresenta una stablecoin aurea con caratteristiche ibride:
- è digitalmente scambiabile via blockchain,
- è teoricamente riscattabile in oro fisico,
- è custodita in caveau non pubblicamente auditati,
- ed è immune da politiche monetarie e sanzioni finanziarie.
Questa struttura ha effetti sistemici: Tether è oggi una banca centrale de facto, privata, algoritmica, aurifera.
2. Governance opaca, architettura globale
Dietro l’apparenza tecnica, Tether è gestita da un nucleo ristretto di individui e soggetti giuridici. Il principale azionista è Giancarlo Devasini, figura chiave nel mondo cripto-finanziario, considerato il “padre” e maggior socio di Tether (circa il 47 %). Recluso a Lugano, con radici nel Torinese, è stato CFO di Bitfinex e Tether, ha usato riserve per salvare Bitfinex nel 2018 e nel 2021 ha pagato 18,5 M$ per chiudere una causa del NY AG. Al secondo posto, Paolo Ardoino, italiano di Cisano sul Neva, CTO divenuto CEO a fine 2023, detiene circa il 20 % e governa l’aspetto tecnico e infrastrutturale del progetto. Figura visibile, ma pragmatica, è stato l’artefice della diversificazione verso oro (XAUT), mining e progetti energetico‑blockchain. Altro soggetto significativo è Jean‑Louis van der Velde, olandese con base in Asia, CEO di Bitfinex e figura istituzionale di Tether (≈20 %), focalizzato su banca e relazioni legali/regolatorie. Risulta inoltre Christopher Harborne (britannico‑tailandese) e Chakrit Sakunkrit, coinvolti negli asset post-hack del 2016, con partecipazione rilevante (circa 86 % tra i quattro initiatori). Un altro attore cruciale è Cantor Fitzgerald, leader nel trading dei T-bills e custode di riserve per Tether, con il suo CEO Howard Lutnick a detenere un 5 % dal 2024 e interno alla cerchia influente dell’amministrazione Trump (coordinamento transizione) . Cantor gestisce oggi circa 134 mld$ di riserve Tether, divenendone advisor strategico.
Cantor Fitzgerald è uno dei 24 “primary dealers” del Tesoro USA, abilitato a interagire direttamente con la Federal Reserve. Dal 2023, Cantor è diventata custode operativo delle riserve Tether in Treasury Bills, e il coinvolgimento diretto di Lutnick (tramite una quota del 5% acquisita attraverso un’obbligazione convertibile) è strategico. Lutnick è stato membro del transition team di Donald J. Trump, e figura centrale del circuito MAGA finance, vicino a Jared Kushner (genero di D.J. Trump), Steve Mnuchin e Larry Kudlow.
La sua influenza nei dossier crypto, insieme al sostegno di think tank repubblicani alla tokenizzazione dell’oro, indica una sinergia silenziosa tra Tether e gli apparati trumpiani, che vedono in questo modello uno strumento di politica monetaria alternativa anti-Fed e pro-dollarizzazione cripto.
3. Trump, Musk, Putin: convergenze parallele
- Donald Trump ha espresso in più occasioni simpatia per le criptovalute, considerandole uno strumento di “libertà dal controllo della banca centrale”. Il suo entourage sostiene la tokenizzazione dell’oro come mezzo per aggirare il sistema SWIFT e garantire liquidità alternativa in tempi di guerra valutaria.
- Elon Musk, sebbene non formalmente legato a Tether, è ideologicamente e infrastrutturalmente compatibile: sostiene la decentralizzazione monetaria, è favorevole al collasso delle banche centrali (lo ha dichiarato in interviste pubbliche nel 2024-2025) e ha già integrato wallet crypto (e auriferi) su X (ex Twitter) tramite partnership con Lightning Network e start-up svizzere.
- Vladimir Putin e la banca centrale russa stanno da anni accumulando oro e sviluppando sistemi alternativi al dollaro. La Russia ha incoraggiato la creazione di stablecoin backed da oro fisico scambiabili su piattaforme sino-eurasiatiche. Pur non avendo legami diretti con Tether, Putin ne favorisce indirettamente l’adozione nell’arena multipolare, come risposta allo strapotere del dollaro.
Il triangolo Trump–Musk–Putin non rappresenta una cabala occulta, ma una convergenza funzionale: tutti e tre promuovono modelli di disintermediazione monetaria fondati su oro, blockchain e controllo diretto delle risorse.
4. Geopolitica dell’oro privato
L’accumulo aurifero di Tether non è un evento isolato, ma si inserisce in un trend macro-geopolitico: il ritorno dell’oro come riserva strategica. Cina, Russia, Iran, India e Turchia stanno incrementando le loro riserve auree come alternativa sistemica al dollaro, in preparazione a un nuovo ordine mondiale multipolare.
Tuttavia, Tether non agisce come uno Stato: agisce più rapidamente, con minore trasparenza e maggiore efficienza. L’adozione di XAUT in paesi sotto sanzione (es. Venezuela, Libano) o in zone di instabilità valutaria (Africa, Sud America) conferma il suo uso come moneta aurifera non statale, difficilmente bloccabile o confiscabile.
La Svizzera, in questo scenario, conferma il proprio ruolo storico: non come Stato neutrale, ma come giurisdizione aurifera post-sovrana, ponte tra capitale finanziario, custodia privata e digitalizzazione fiduciaria.
5. Erosione del paradigma Bretton Woods II
La decisione di Tether evidenzia una rottura silenziosa con il sistema post-Bretton Woods. Se la fase attuale (dal 1971 in poi) si è basata su:
- la centralità del dollaro USA come riserva globale,
- la fiducia nella stabilità delle banche centrali,
- la convertibilità garantita dei titoli pubblici,
Tether propone l’opposto:
- riserva fisica fuori dai circuiti centralizzati,
- convertibilità privata mediata da smart contract,
- disintermediazione dal sistema bancario e fiscale tradizionale.
Questa rivoluzione non passa dalla politica, ma dall’infrastruttura e dall’ingegneria fiduciaria.
6. Perché Bloomberg ha pubblicato questa notizia?
L’origine della notizia non è secondaria. Bloomberg è storicamente l’organo della finanza sistemica occidentale, vicino a banche centrali, gestori patrimoniali e agenzie governative.
Il fatto che Bloomberg pubblichi una rivelazione sulle riserve aurifere opache di una società cripto semi-offshore suggerisce una doppia interpretazione:
- Prelegittimazione selettiva: si prepara l’opinione pubblica e i mercati a una transizione silenziosa verso asset privati auriferi come “bene rifugio autorizzato”.
- Segnalazione geopolitica: si comunica agli attori internazionali (BRICS, hedge fund, fondi sovrani) che anche l’Occidente dispone di infrastrutture non statali, liquide e ancorate all’oro.
In altri termini: Bloomberg è il canale scelto per dire, senza dirlo esplicitamente, che l’era della riserva fiat totale è giunta al termine, e che i nuovi arbitri monetari saranno ibridi, privati e auriferi.
Conclusione
Con la notizia del caveau svizzero, Tether sancisce il passaggio da un modello fondato sul monopolio statale della moneta a un pluralismo fiduciario privato. Nulla di nuovo per chi ci segue dall’inizio. La moneta non è più solo un atto sovrano, ma una combinazione di potere tecnologico, riserva tangibile e fiducia disintermediata. In questo nuovo ordine:
- le banche centrali mantengono la giurisdizione normativa,
- ma le piattaforme come Tether definiscono l’infrastruttura effettiva della liquidità globale.
Il risultato è un sistema monetario parallelo, dove l’oro non è più solo riserva statale, ma bene programmabile, liquido e transnazionale, gestito da attori privati con reti politiche e tecnologiche proprie.
Questa non è più finanza decentralizzata. È finanza post-statale. Ai diversi esperti che fanno dirette sui vari social attingendo è richiesto l’onestà di citare la fonte perché frutto di anni di ricerche e studi. Tutto è offerto gratuitamente, si richiede almeno l’onestà intellettuale. Grazie.
Nel mio gruppo di amici sostenitori parlerò di quello che vi è dietro. Quello che non si vede: Dinastie finanziarie e conflitto tra élite globali, indicando i nomi delle dinastie cinesi, russe, arabe, islamiche di cui non si parla mai, del Nuovo Ordine Monetario algoritmico e del QFS tra falso mito (gnostico new age) e realtà.