
© Filippo Chinnici
Mentre il mondo resta indifferente, in Siria si sta consumando una delle più atroci persecuzioni contro i cristiani. Oltre 340 cristiani sono stati massacrati in meno di 24 ore nella regione costiera del Paese. Tuttavia, questa tragedia non ha generato né indignazione globale né azioni concrete da parte delle istituzioni internazionali. Nessuna protesta di massa, nessun dibattito nei grandi media, nessuna reazione significativa da parte delle Nazioni Unite o della Corte Penale Internazionale. Persino la così detta informazione alternativa ancora non ne parla. Perché?
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Contenuti
- 1. Un massacro inspiegabilmente passato sotto silenzio
- 2. Un odio radicato nella storia
- 3. Dov’è l’Occidente?
- 4. Azione!
- BREVE SCHEDA DEI CRISTIANI IN SIRIA
1. Un massacro inspiegabilmente passato sotto silenzio
Le informazioni riportano che gli attacchi si sono concentrati nelle aree di Jableh e Baniyas, storicamente abitate da comunità cristiane e alawite. Gruppi armati, tra cui fazioni islamiste e milizie radicali, hanno preso d’assalto i villaggi, seminando terrore e distruzione. Secondo testimoni oculari, intere famiglie sono state trucidate, bambini bruciati vivi, ministri di culto assassinati all’interno dei loro luoghi di culto. Abitazioni date alle fiamme, chiese profanate, corpi sparsi per le strade: una ferocia indescrivibile, che richiama le peggiori persecuzioni della storia. Eppure, nessun appello urgente. Nessuna mobilitazione globale.
Le immagini che giungono dalla Siria sono raccapriccianti: bambini arsi vivi, sacerdoti uccisi sugli altari, famiglie sterminate nelle loro case, fedeli trucidati mentre cercavano rifugio nella preghiera.I cristiani della Siria stanno vivendo già adesso la loro grande tribolazione. Il sangue dei martiri scorre ancora, come nei primi secoli del Cristianesimo, eppure il loro grido non trova ascolto. Alcune di queste immagini, quelle meno cruente, sono state pubblicate nei nostri canali telegram.
2. Un odio radicato nella storia
Questo massacro non è un caso isolato, ma l’ennesima manifestazione di una lunga persecuzione radicata nell’ideologia islamista radicale. La storia del Medio Oriente è costellata di episodi simili: dalle stragi dei cristiani copti in Egitto ai massacri perpetrati dall’ISIS in Iraq, fino agli attacchi quotidiani contro i cristiani in Nigeria. La violenza contro i seguaci di Cristo non è un’anomalia, è un fenomeno sistematico, che prosegue nell’indifferenza generale.
L’assenza di una reazione globale è allarmante. Perché alcune vite contano più di altre? Di fronte ad altri eventi internazionali, l’Occidente si mobilita con rapidità, i media aprono le prime pagine, le istituzioni si affrettano a condannare. Ma quando sono i cristiani del Medio Oriente a subire atrocità, cala un velo di silenzio. Si registra un vergognoso silenzio, persino tra il Vaticano e le Chiese Evangeliche e Protestanti.
3. Dov’è l’Occidente?
Nelle sedi delle Nazioni Unite si levano spesso proclami sulla difesa dei diritti umani, ma i cristiani perseguitati non sembrano mai rientrare in questa narrazione selettiva. L’ipocrisia delle istituzioni internazionali è sconcertante: si interviene con fermezza in alcune crisi, mentre si distoglie lo sguardo quando a morire sono i seguaci di Cristo.
Questo silenzio complice non è casuale. L’Occidente, un tempo culla del Cristianesimo, sembra aver rinnegato le sue radici, relegando la fede cristiana a un fastidio del passato, un tema che non fa più comodo trattare nei dibattiti pubblici. Ma se oggi ignoriamo i massacri in Siria, domani saremo complici di un’ingiustizia ancora più grande.
Non si può ignorare il palese doppio standard con cui la comunità internazionale affronta le violenze su base religiosa. Questo massacro è stato ignorato da quei governi e quelle organizzazioni che si ergono a paladini dei diritti umani. Dove sono le condanne? Dove sono le sanzioni? Dove sono le risoluzioni di emergenza?
Mentre la Casa Bianca e l’Unione Europea si affannano per proteggere determinati gruppi, il genocidio cristiano viene relegato al silenzio. Le stesse istituzioni che invocano giustizia per altre comunità perseguitate, voltano le spalle quando i martiri sono cristiani.
4. Azione!
Non possiamo rimanere in silenzio. Questo articolo non è solo un atto di denuncia, ma un appello urgente alla mobilitazione. Le voci devono levarsi, le coscienze devono svegliarsi. Se i media tacciono, tocca a noi diffondere la verità. Se i governi ignorano, spetta ai cittadini chiedere giustizia.
📢 Cosa possiamo fare?
- Condividere questa notizia per rompere il muro del silenzio.
- Chiedere ai governi e alle istituzioni religiose di intervenire.
- Supportare le comunità cristiane perseguitate con aiuti concreti.
I cristiani di Siria stanno vivendo la loro grande tribolazione, non diversa da quella affrontata dai primi martiri del cristianesimo. Non rimaniamo in silenzio. Non lasciare che questa strage cada nell’oblio. Puoi almeno condividere questo articolo più che puoi. In tutti i social.
BREVE SCHEDA DEI CRISTIANI IN SIRIA

La Siria rappresenta una delle culle più antiche e significative del Cristianesimo primitivo, avendo accolto nei suoi confini alcuni degli eventi fondanti della nuova fede. La conversione di Saulo di Tarso sulla via di Damasco (Atti 9:1-19) segnò una svolta epocale, determinando la rapida diffusione della predicazione cristiana tra ebrei e gentili. In questo scenario, la città di Antiochia di Siria, oggi situata in territorio turco, emerse come fulcro dell’evangelizzazione: fu proprio qui che, per la prima volta, i discepoli di Cristo vennero denominati “cristiani” (Atti 11:26). La comunità antiochena, contraddistinta da un carattere missionario e da una visione universalistica, divenne il centro nevralgico delle attività apostoliche di Paolo e Barnaba, ponendo le basi per un Cristianesimo capace di trascendere le barriere etniche e culturali.
Nonostante le persecuzioni da parte delle autorità romane e giudaiche, i cristiani siriani adottarono la pratica delle chiese domestiche, celebrando il culto e trasmettendo la catechesi in clandestinità. Con l’Editto di Milano del 313 d.C., che sancì la libertà di culto, la Siria divenne uno dei principali centri della cristianità antica. Antiochia si affermò come uno dei più eminenti patriarcati della Chiesa, sviluppando una tradizione teologica di assoluto rilievo. La Scuola teologica antiochena, celebre per la sua esegesi storica e letterale delle Scritture, influenzò profondamente la cristologia e i successivi dibattiti dottrinali, contrapponendosi alla scuola alessandrina per il suo metodo interpretativo più razionale e ancorato alla realtà storica.
La Siria non fu solo un centro teologico e dottrinale, ma anche la culla del monachesimo orientale. Le figure di San Giovanni Crisostomo, Teodoro di Mopsuestia e altri eminenti Padri della Chiesa testimoniarono l’importanza del pensiero cristiano siriano nello sviluppo della dottrina ortodossa. Malgrado le ondate di persecuzione e l’instabilità politica, il Cristianesimo siriano mantenne una solida identità, radicandosi nel tessuto socio-religioso della regione e contribuendo in maniera decisiva all’edificazione dell’edificio teologico cristiano.
1. Da centro del cristianesimo antico alla marginalizzazione
Dalla predicazione apostolica sino all’avvento dell’Islam nel VII secolo, la Siria fu uno dei fulcri della cristianità, incarnando un modello di sintesi tra la tradizione semitica e la crescente influenza greco-romana. Tuttavia, con la conquista islamica, la struttura sociale e religiosa della regione subì un radicale mutamento: i cristiani furono relegati allo status di “dhimmi”, ossia di comunità protetta, ma soggetta a restrizioni e tassazioni discriminatorie.
Nel corso dei secoli, l’equilibrio tra le diverse componenti religiose della regione fu costantemente messo alla prova da conflitti interni ed esterni. In epoca ottomana, la condizione dei cristiani conobbe fasi alterne, influenzate dalle politiche della Sublime Porta nei confronti delle minoranze religiose. Tuttavia, fu nel XX secolo che la presenza cristiana in Siria subì i colpi più duri: il genocidio assiro e armeno, perpetrato durante il crollo dell’Impero Ottomano, decimò numerose comunità cristiane della regione. A ciò si aggiunsero le politiche nazionaliste arabe del secondo dopoguerra, che ridussero ulteriormente il margine di esistenza dei cristiani nella società siriana.
Nonostante la Siria ospiti una delle più antiche comunità cristiane del mondo, il numero dei fedeli è oggi drasticamente diminuito a causa di guerre, persecuzioni e migrazioni forzate. Attualmente, la popolazione cristiana siriana si attesta tra l’1,5% e il 2% del totale, con una maggiore concentrazione nelle principali città e in alcune enclavi rurali. Accanto alle Chiese storicamente riconosciute, permangono piccole comunità clandestine, costrette a praticare la fede in segreto a causa della crescente repressione e delle violenze sistematiche. La marginalizzazione del Cristianesimo siriano, lungi dall’essere un fenomeno recente, si configura come il prodotto di una lunga traiettoria storica, caratterizzata da fasi alterne di fioritura e oppressione.
2. Distribuzione geografica della popolazione Cristiana
Le principali città e regioni in cui i cristiani siriani sono maggiormente concentrati includono:
- Damasco – La capitale ospita una considerevole popolazione cristiana, con importanti sedi delle Chiese greco-ortodossa, siro-ortodossa e cattolica.
- Aleppo – Tradizionalmente un centro multiculturale e religioso, è stata fortemente colpita dalla guerra civile. Tuttavia, rimane un importante polo per i cristiani armeni, greco-ortodossi e cattolici.
- Homs e Hama – Un tempo con una numerosa comunità cristiana, Homs ha visto una significativa riduzione della sua popolazione cristiana a causa dei conflitti.
- Latakia – Situata sulla costa mediterranea, è una delle città siriane in cui i cristiani hanno mantenuto una presenza stabile, grazie alla relativa sicurezza garantita dal governo.
- Al-Hasaka e Qamishli – Nell’area nord-orientale del Paese, queste città ospitano comunità assire e siriache, molte delle quali di tradizione cristiana orientale.
- Ma’loula – Un villaggio di lingua aramaica noto per la sua antica comunità cristiana melchita e siro-ortodossa. La comunità ha subito gravi attacchi da parte di gruppi estremisti durante la guerra.
3. Le chiese storiche in Siria
Le principali denominazioni cristiane presenti in Siria includono:
- Chiesa Greco-Ortodossa di Antiochia – La più grande comunità cristiana in Siria, con una forte presenza a Damasco e in altre città principali.
- Chiesa Siro-Ortodossa – Storicamente legata alla comunità siriaca, ha fedeli prevalentemente nel nord-est del Paese.
- Chiesa Armena Apostolica – Ha una forte presenza ad Aleppo, con una significativa diaspora causata dalla guerra.
- Chiese Cattoliche (Melchita, Maronita, Caldea, Latina e Siro-Cattolica) – Presenti soprattutto nelle grandi città.
- Protestanti ed Evangelici – Piccole comunità, spesso attive nel lavoro sociale ed educativo.
4. Le chiese nascoste
Oltre alle chiese ufficialmente riconosciute, esiste un numero imprecisato di gruppi cristiani che, a causa della persecuzione e dell’instabilità politica, si vedono costretti a praticare il culto in segreto. Questa rete di “chiese sotterranee” è composta principalmente da cristiani che, temendo ritorsioni da parte di gruppi estremisti o perfino discriminazioni interne alle denominazioni tradizionali, hanno adottato il modello delle chiese domestiche, incontrandosi in luoghi segreti per pregare e celebrare la fede.
Il fenomeno delle chiese domestiche
Le chiese domestiche in Siria sono generalmente costituite da piccoli gruppi di fedeli, spesso tra le 5 e le 20 persone, che si riuniscono nelle case private o in luoghi nascosti per la preghiera, la lettura della Bibbia e la celebrazione della cena del Signore. La loro struttura è informale, priva di gerarchie ecclesiastiche ufficialmente riconosciute, e la guida spirituale è spesso affidata a leader laici o ministri di culto fuori usciti dalle organizzazioni ufficiali. Queste comunità sotterranee comprendono diverse tipologie di fedeli:
- Convertiti dall’Islam: secondo la legge islamica della Shari’a, l’apostasia è punibile con la pena di morte, il che costringe molti musulmani convertiti al cristianesimo a nascondere la loro fede persino ai familiari.
- Cristiani perseguitati dalle denominazioni tradizionali: paradossalmente, alcuni gruppi evangelici o comunità dissidenti subiscono discriminazioni da parte delle chiese ortodosse o cattoliche, che li considerano eretici. Questi fedeli, isolati e vulnerabili, si vedono obbligati a riunirsi in clandestinità.
Geografia delle chiese nascoste
Le chiese domestiche si trovano principalmente nei grandi centri urbani, dove è più facile passare inosservati:
- Damasco e Aleppo, le città con la maggiore concentrazione di cristiani, ospitano numerose comunità clandestine che si riuniscono nelle abitazioni private.
- Villaggi come Maaloula, uno degli ultimi luoghi dove si parla ancora l’aramaico, vedono i cristiani sopravvivere sotto costante minaccia, specialmente dopo gli attacchi dell’ISIS.
- Aree rurali e periferie urbane, dove la sorveglianza è meno rigida rispetto ai centri abitati, diventano rifugi sicuri per le riunioni clandestine.
Minacce e rischi
Le chiese sotterranee in Siria operano sotto il costante pericolo di:
- Denunce da parte di familiari o vicini musulmani.
- Attacchi di gruppi jihadisti come ISIS e Hay’at Tahrir al-Sham, che considerano i cristiani infedeli.
- Sorveglianza e repressione da parte delle autorità in alcune regioni controllate da forze islamiste.
- Discriminazione sociale ed economica, che rende difficile per i cristiani trovare lavoro o sicurezza.
Secondo Haider (2017), molti cristiani siriani si sentono traditi dalla comunità internazionale, che ha ignorato le loro sofferenze mentre il conflitto siriano si intensificava【Haider, 2017】.
Testimonianze: Un leader di una chiesa domestica a Damasco ha dichiarato in un’intervista:
Viviamo con la paura costante di essere scoperti. Se qualcuno scopre che ci riuniamo per pregare, rischiamo la morte. Ma continuiamo a farlo, perché la nostra fede è più forte della paura.【Schmoller, 2016】
Strategie di sopravvivenza e rischi
Questi gruppi si organizzano adottando misure di sicurezza rigorose per evitare di attirare l’attenzione delle autorità o delle milizie radicali. Le riunioni avvengono a intervalli irregolari, in orari poco prevedibili e in luoghi sempre diversi. La comunicazione tra i membri avviene spesso tramite metodi discreti, come il passaparola e molto raramente tramite messaggi online criptati.
I cristiani che vivono nelle aree controllate da gruppi jihadisti affrontano il rischio costante di essere scoperti, con conseguenze che vanno dalla conversione forzata all’esecuzione sommaria. Per loro, la professione della fede diventa un atto di coraggio estremo, simile a quello vissuto dai primi cristiani durante le persecuzioni romane.
Conclusione
La comunità cristiana in Siria, pur essendo tra le più antiche del mondo, è oggi una minoranza in via di estinzione e tanti stanno abiurando la fede. La reale resistenzaè costituita quasi esclusivamente dalle chiese clandestine che spesso hanno lasciato le organizzazioni ufficiali ritenendole corrotte con il sistema. Questo potrebbe essere all’origine del silenzio da parte delle Chiese Cristiane Occidentali. Eppure Le chiese nascoste in Siria rappresentano probabilmente l’ultima resistenza di una comunità cristiana in via di estinzione. Questi gruppi, benché nascosti e frammentati, sono testimoni viventi di una fede che persiste nonostante le minacce, la violenza e il silenzio della comunità internazionale. Il loro esistere è un monito sulla fragilità della libertà religiosa in molte parti del mondo e sulla necessità di riconoscere e proteggere coloro che, nell’ombra, continuano a credere. La sopravvivenza dei gruppi cristiani clandestini rappresenta un esempio di resistenza e fede in condizioni estremamente avverse.
Fonti:
- https://bronx.com/over-340-christians-massacred-in-syria-in-less-than-24-hours/
- Embrace the Middle East: Christians in Syria (link)
- Haider, H. (2017). The Persecution of Christians in the Middle East. OpenDocs IDS.
- Lancet (2014): Global Burden of Disease Study 2013 (DOI: 10.1016/S0140-6736(14)60844-8)
- Phares, W. (2001). Are Christian Enclaves the Solution? Middle East Quarterly.
- Schmoller, A. (2016). Case Studies on Religious Identity and Sectarianism in Narratives of Syrian Christian Refugees in Austria. Islam and Christian–Muslim Relations.
- Wagner, A.C. (2018). Remapping the Holy Land from the Margins: How a Jordanian Evangelical Church Juggles the ‘Local’ and the ‘Global’ in the Syrian Refugee Response. Contemporary Levant.
- Wikipedia: Christianity in Syria (link)
E’ una VERGOGNA = SILENZIO PER CHIUNQUE NON AGISCE PER AIUTARE IN VARI MODI LA GIUSTIZIA E LA SOPRAVVIVENZA DI QUESTI VERI CRISTIANI/ EROI/ E MARTIRI 😇
Vergogna
Chi rimane indifferente e in silenzio è complice dei carnefici!!
L’ Italia e’ responsabile del massacro non avendo aiutato il Presidente Al Assad per difendere gli assassini Israeliani
Stop agli orrori contro i cristiani.
Comportiamoci da esseri “UMANI”!
E’ veramente raccapricciante questo martirio GENOCIDIO perpetrato contro i Cristiani Siria ni. Mi chiedo che aiuti possiamo fare per loro oltre che pregare per loro e diffondere questi massacri!!!! Maria Grazia Di Clemente
Purtroppo non possiamo fare molto ma parlarne il più possibile, fare conoscere cosa sta accadendo e diffonderla al massimo è già qualcosa. Purtroppo le organizzazioni “cristiane” sono in genere controllate… ed evitano di diffondere queste notizie.
Non sono riuscita a capire quando dove e come sia stato compiuto questo massacro.
Tenetemi informata. Grazie
Carissima, la colpa non è sua ma del silenzio assordante dei media. Per quanto ci riguarda se legge con maggio re attenzione all’articolo e ascolta attentamente i video allegati, troverà la sua risposta.
Che Dio li protegga 🙏